LE PAROLE DI SERENA
Ciao, mi chiamo Serena e fino ad un anno fa non sapevo nemmeno cosa voleva dire avere un disturbo del comportamento alimentare.
Si, ho sempre sentito parlare di anoressia o bulimia ma, come sempre, quando le cose non ti colpiscono da vicino, non ci fai molto caso; anzi, sentivo spesso menzionare l’anoressia come una malattia causata dalla voglia di essere messa al centro dell’attenzione.
Oggi, che so cosa vuol dire essere malati di anoressia nervosa, posso esprimermi in merito e assicurarvi che noi non cerchiamo attenzione bensì il contrario; ci isoliamo e rimaniamo soli con la nostra malattia, azzeriamo la vita sociale finchè rimaniamo con pochi o, in alcuni casi, senza amici, insomma non viviamo più se non in sostanza del cibo, delle calorie, dell’iperattività che diventano la nostra ossessione tutto il giorno per tutti i giorni.
Ho 27 anni e convivo con questa bestia da più di un anno. Ho affrontato un ricovero, a marzo, di un mese e mezzo dove ho incontrato tantissime ragazze nella mia stessa situazione e insieme ci diamo, ancora oggi, forza a vicenda. Non siamo guarite.
Il percorso di guarigione non termina il giorno delle dimissioni, non é vero che “sei guarita” se non sei più in ospedale, come i tanti commenti che ho ricevuto di questo tipo non appena sono tornata a casa; anzi, i tempi sono lunghissimi e variano da persona a persona.
Il mio processo di recovery, iniziato circa 6 mesi fa, non é un processo lineare, come giusto che sia.
Ho tantissime giornate “no” dove la malattia lotta con la mia parte sana, vuole uscire, mi fa apparire “grassa” allo specchio per colpa della mia dismorfofobia.
Poi passo anche giorni dove tutto é più facile e mi sembra di essere ad un passo dalla guarigione, ma è una disillusione perché è ancora troppo presto, e questo mi fa stare male.
Oggi sono qua per dirvi che la vita è una sola, che grazie ai medici, alla psicoterapia, a una dieta giusta, si può guarire. Si DEVE guarire, perché io è da troppo tempo che sto male e la malattia ha colpito non solo me ma anche la mia famiglia. Siamo tutti malati. Vogliamo tornare a sorridere e a vivere la vita a pieno, come ce la meritiamo.